Leggi l’articolo completo: CMO e GenAI: un nuovo studio rivela adozione e lacune
Fonte dell’articolo: arenadigitale.it – Data di Pubblicazione: 2024-09-23
Un breve riassunto:
Un nuovo studio condotto da SAS e Coleman Parkes Research evidenzia il crescente interesse dei Chief Marketing Officer (CMO) per l’intelligenza artificiale generativa (GenAI). Nonostante il 90% delle organizzazioni preveda di investire in questa tecnologia entro il 2025, una significativa parte dei CMO ammette di non comprenderne pienamente il potenziale. Questo gap di conoscenza potrebbe frenare l’adozione di applicazioni più avanzate, limitando l’efficacia della GenAI nel marketing.
Aspetti della GenAI nel marketing
L’uso della GenAI è già una realtà per il 75% dei professionisti del marketing, principalmente per compiti legati alla scrittura e creazione di contenuti. Tuttavia, solo una piccola percentuale sfrutta appieno le capacità della tecnologia in ambiti più sofisticati, come il targeting del pubblico (19%) o la mappatura del customer journey (16%). Questo sottoutilizzo è dovuto, in parte, alla mancanza di comprensione strategica della GenAI da parte del senior management, il che frena l’adozione di soluzioni più complesse.
Lo studio rivela, però, che coloro che già utilizzano la GenAI per attività più avanzate hanno ottenuto risultati tangibili. In particolare, il 92% dei marketer che impiegano la GenAI ha migliorato la personalizzazione dei contenuti, aumentando la soddisfazione e la fidelizzazione dei clienti. Inoltre, l’88% ha registrato miglioramenti nell’elaborazione di grandi volumi di dati e nelle analisi predittive. Questo dimostra che la GenAI ha un potenziale significativo per migliorare le operazioni di marketing, se adeguatamente compresa e applicata.
La ricerca indica anche che la mancanza di formazione e conoscenza rimane un ostacolo principale. I CMO e i professionisti del marketing necessitano di una maggiore comprensione delle capacità della GenAI per poter integrare questa tecnologia nei processi aziendali in modo strategico. Formazione e sensibilizzazione sono quindi elementi chiave per sbloccare l’intero potenziale della GenAI.
Un altro aspetto critico riguarda le preoccupazioni legate alla privacy e alla sicurezza dei dati. Il 61% dei marketer esprime timori sull’uso della GenAI per la gestione dei dati, sottolineando la necessità di solidi quadri di governance. Nonostante un terzo delle aziende abbia implementato sistemi di governance per la gestione dei dati, questa percentuale si riduce drasticamente quando si tratta di GenAI.
Il futuro, tuttavia, sembra promettente. I marketer prevedono di espandere l’uso della GenAI per migliorare la gestione dei rischi, ridurre i costi e aumentare l’efficienza nella gestione dei dati. Applicazioni emergenti, come la realtà virtuale adattiva, sono attese nei prossimi anni, con una percentuale significativa di professionisti che pianificano di implementarle.
Conclusione
Lo studio evidenzia un potenziale ancora non del tutto sfruttato della GenAI nel marketing. I marketer che comprendono e utilizzano la tecnologia in modo avanzato ottengono vantaggi significativi, ma la mancanza di formazione e le preoccupazioni sulla privacy continuano a frenare l’adozione diffusa. La chiave per il futuro risiede nell’educazione dei CMO e nello sviluppo di solidi quadri di governance per garantire un uso sicuro ed efficace della GenAI.
Disclaimer: questo post è stato generato con Zapier e il contributo dell’AI