Le Tre A: AAA… oggi, però, non stiamo scrivendo un annuncio per vendere o comprare qualcosa. Oggi vi parliamo di cosa siano le tre A della sicurezza informatica. Con l’incremento delle minacce informatiche, la sicurezza digitale è diventata una necessità imprescindibile. Proteggere sistemi e dati sensibili non è più un lusso, ma una priorità assoluta per aziende e individui.
In questo contesto, le tre A – Autenticazione, Autorizzazione e Accounting – giocano un ruolo cruciale. Questi elementi fondamentali contribuiscono a rafforzare le nostre difese digitali, garantendo che solo gli utenti autorizzati possano accedere alle risorse, che le loro azioni siano controllate e che ogni attività sia tracciata per prevenire e rispondere efficacemente agli attacchi.
Sommario
Autenticazione (chi sei)
Iniziamo con la prima delle tre A. Quando dobbiamo accedere a un sistema informatico, l’autenticazione è il primo passo per garantire che solo agli utenti autorizzati sia garantito l’accesso. Questo processo verifica l’identità di un utente, tipicamente richiedendo un nome utente e una combinazione di password, un token di sicurezza o un dato biometrico. Nei sistemi meno evoluti, e quindi più a rischio, l’Autenticazione avviene semplicemente tramite nome utente e password. Se volete approfondire, trovate un interessante articolo su come la MFA stia contribuendo a migliorare la sicurezza nel settore dell’autenticazione ai sistemi.
Tramite il processo di Autenticazione, un sistema conferma che la persona che vuole accedervi è chi dice di essere.
Facciamo un esempio molto semplice. Siete in uno Starbucks in compagnia di amici. Vi è appena arrivata una mail, ma contiene documenti molto dettagliati e volete vederla sullo schermo di un computer. Chiedete a uno dei vostri amici di prestarvi il suo laptop; aprite il browser alla pagina https:mail.google.com e inserite il vostro indirizzo mail (che qui funge da nome utente) e la vostra password.
Se siete stati ligi e attenti alle questioni di sicurezza, vi arriverà anche una richiesta di conferma che siete voi: può essere un SMS con un codice, o un messaggio di richiesta da parte di una app apposita come Google Authenticator. Se le credenziali che avete fornito combaciano con quelle memorizzate e se anche il secondo fattore viene soddisfatto, il sistema vi permette di accedere.
E’ questo un esempio classico di Autenticazione Multi Fattore.
L’intelligenza artificiale può migliorare l’autenticazione analizzando i modelli di comportamento degli utenti e identificando, anche in real time, anomalie che potrebbero indicare attività fraudolente.
Autorizzazione (cosa puoi fare)
Anche se un utente è autenticato, è necessario definire a quali risorse e azioni può accedere. Grazie al cielo, sono finiti i tempi in cui tutti accedevano a tutte le risorse. L’autorizzazione stabilisce i permessi di un utente, definendo cosa può fare all’interno di un sistema. I sistemi moderni consentono un’elevatissima granularità nel controllo delle autorizzazioni: si può quindi definire non solo a quali risorse ogni utente possa accedere, ma anche con quali privilegi: lettura, lettura e scrittura, condivisione,…
In linea generale le autorizzazioni sono gestite a livello di gruppi. Ad esempio, i gruppi di Active Directory non sono altro che gruppi di utenti che condividono le medesime autorizzazioni, siano esse l’accesso a determinate cartelle/documenti aziendali, l’accesso a mail condivise o a risorse condivise.
L’intelligenza artificiale anche in questo campi ci è di aiuto, dal momento che può ottimizzare l’autorizzazione creando profili utente granulari e adattando i permessi in base al contesto e al rischio associato a ciascuna azione.
Accounting (cosa hai fatto)
Veniamo all’ultima delle tre A. Ci siamo identificati, abbiamo avuto accesso alle nostre risorse con i nostri permessi, a questo punto è necessario monitorare le attività che svolgiamo sui sistemi. L’accounting si occupa proprio di registrare le attività degli utenti all’interno del sistema, creando un registro di ciò che è stato fatto, quando e da chi.
Questi dati possono essere utilizzati per scopi di auditing, conformità e per identificare potenziali minacce.
L’intelligenza artificiale può analizzare i log per identificare modelli insoliti che potrebbero indicare intrusioni o comportamenti dannosi. L’analisi dei log non è certo stata introdotta con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale: avveniva già da prima. L’AI non fa altro che fare quest’analisi in maniera estremamente più veloce, ma soprattutto più efficiente, essendo in grado di individuare pattern di comportamento, difficilmente riconoscibili anche dall’occhio umano più allenato.
Un esempio concreto di utilizzo delle tre A
Immagina di lavorare in un’azienda che utilizza un sistema informatico per gestire i dati dei suoi dipendenti.
- Autenticazione: Quando ti colleghi al sistema, inserisci il tuo nome utente e la tua password. Il sistema verifica queste informazioni, in combinazione anche con un secondo fattore, che può essere un token (fisico o digitale) o un dato biometrico, per assicurarsi che tu sia un dipendente autorizzato.
- Autorizzazione: Una volta autenticato, il sistema controlla i tuoi permessi. Ad esempio, puoi vedere e modificare i tuoi dati personali, ma non puoi accedere ai dati salariali dei tuoi colleghi, perché non hai l’autorizzazione per farlo.
- Accounting: Ogni azione che esegui viene registrata. Se modifichi i tuoi dati, il sistema crea un log di questa modifica, specificando chi l’ha fatta e quando. Se qualcuno cerca di accedere a dati che non dovrebbe vedere, il sistema registra anche questo tentativo.
L’intelligenza artificiale al servizio della sicurezza informatica
L’intelligenza artificiale non sostituisce certo le tre A, ma le potenzia. Imparando dai dati e dai modelli di comportamento, l’AI, infatti, è in grado di:
Riconoscere le minacce in tempo reale
L’intelligenza artificiale, grazie alla sua capacità di analizzare, in tempi estremamente rapidi, grandi volumi di dati e identificare modelli complessi, può giocare un ruolo fondamentale nel rilevamento precoce delle minacce informatiche. Attraverso l’apprendimento automatico, i sistemi AI possono essere addestrati su set di dati contenenti esempi di attacchi informatici passati, acquisendo così la capacità di riconoscere attività anomale e potenziali minacce in tempo reale.
Questo permette di intervenire tempestivamente, bloccando gli attacchi prima che causino danni significativi. Un esempio pratico è l’analisi del traffico di rete per identificare modelli di comportamento tipici di malware o attacchi DDoS.
Adattare le misure di sicurezza
L’intelligenza artificiale può personalizzare i controlli di accesso e le autorizzazioni in base al rischio individuale di ogni utente e alla situazione specifica. Questo significa che i sistemi AI possono valutare il livello di minaccia associato a ciascun utente e alle sue attività, adattando di conseguenza i permessi di accesso.
Per esempio, un utente con un elevato storico di accessi non autorizzati potrebbe vedersi temporaneamente limitati i privilegi, mentre un utente che accede al sistema da una nuova geolocalizzazione potrebbe essere sottoposto a un’autenticazione a due fattori.
Questa personalizzazione dinamica delle misure di sicurezza permette di aumentare la protezione dei sistemi senza ostacolare le attività legittime degli utenti, ma contribuendo a migliorare anche l’esperienza utente.
Automatizzare le attività di sicurezza
L’intelligenza artificiale può automatizzare diverse attività di sicurezza manuali, liberando tempo prezioso per gli addetti alla sicurezza. L’AI può ad esempio:
- Analizzare i log di sistema e identificare potenziali minacce
- Gestire le richieste di accesso e aggiornare le autorizzazioni
- Rilevare e bloccare intrusioni in tempo reale
- Effettuare scansioni anti-malware e vulnerabilità
L’automazione di queste attività ripetitive permette agli addetti alla sicurezza di concentrarsi su compiti più complessi che richiedono competenze umane, come la gestione di incidenti di sicurezza e la definizione di strategie di sicurezza a lungo termine.
L’integrazione efficace dell’intelligenza artificiale nei sistemi informatici rappresenta un passo fondamentale per creare sistemi più sicuri e resistenti alle minacce di sicurezza che sono, lo ricordiamo, in continua evoluzione.
Oltre a quanto già evidenziato nel corso dell’articolo, vale la pena sottolineare che l’intelligenza artificiale può anche:
- Fornire agli addetti alla sicurezza informazioni contestuali per facilitare la presa di decisioni rapide e informate;
- Aiutare a sviluppare modelli predittivi per anticipare future minacce informatiche alla sicurezza;
- Supportare la formazione degli addetti alla sicurezza su nuove minacce e tecniche di attacco.
Conclusioni
Le Tre A, integrate con l’intelligenza artificiale, rappresentano un potente strumento per la cybersecurity. Quando combiniamo l’autenticazione, l’autorizzazione e l’accounting con le capacità avanzate dell’IA, otteniamo una difesa informatica molto più robusta e dinamica, migliorando anche l’esperienza utente.
L’intelligenza artificiale può migliorare significativamente ogni componente delle Tre A. Nell’autenticazione, l’IA può analizzare modelli comportamentali per identificare accessi anomali, andando oltre le semplici password e includendo il riconoscimento biometrico e il machine learning per rilevare tentativi di intrusione. Per esempio, se un utente si connette sempre dalla stessa posizione geografica e improvvisamente appare in un’altra parte del mondo, l’IA può sollevare un allarme.
Nell’autorizzazione, l’IA può gestire i permessi di accesso in modo dinamico, adattandosi alle necessità operative e ai cambiamenti nei ruoli degli utenti. Può anche eseguire controlli di accesso basati sul contesto, considerando variabili come l’orario, il dispositivo utilizzato e la posizione geografica. Questo permette un controllo più fine e reattivo rispetto ai modelli statici tradizionali.
Per quanto riguarda l’accounting, l’intelligenza artificiale può analizzare grandi quantità di dati di log in tempo reale per individuare comportamenti sospetti o anomalie. L’IA può riconoscere pattern di attacco che potrebbero sfuggire a un’analisi manuale, allertando gli amministratori di sistema con tempestività e precisione. Ad esempio, un aumento improvviso negli accessi ai dati sensibili può essere immediatamente segnalato per un intervento rapido.
Implementando queste tecnologie in modo efficace, possiamo creare sistemi informatici più sicuri e resistenti alle minacce in continua evoluzione. L’IA, con la sua capacità di apprendere e adattarsi, aggiunge un livello di intelligenza e flessibilità alle difese di sicurezza, rendendo i nostri sistemi più resilienti e capaci di rispondere proattivamente alle nuove minacce. In questo modo, le organizzazioni possono proteggere meglio i loro dati sensibili e le loro risorse critiche, mantenendo la fiducia e la sicurezza nel panorama digitale odierno.
Disclaimer: le immagini presenti nell’articolo sono state generate con l’intelligenza artificiale (Stable DIffusion)