Leggi l’articolo completo: GenAI: miglioramenti fino al 49% sui compiti complessi, ma l’apprendimento resta una sfida
Fonte dell’articolo: lineaedp.it – Data di Pubblicazione: 2024-09-20
Un breve riassunto:
L’articolo discute i risultati del report di BCG riguardante l’uso dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) nei compiti complessi. I risultati mostrano che la GenAI può migliorare la produttività e le capacità del 49%, anche in compiti fuori dalle competenze tradizionali. Tuttavia, l’apprendimento autonomo rimane una sfida.
Lo studio condotto su 480 consulenti di BCG ha esaminato come la GenAI supporti le attività di data science, coding e analisi predittiva. I risultati mostrano che la GenAI migliora le prestazioni nei task di programmazione e machine learning, con punteggi superiori rispetto a chi non utilizza l’AI. Tuttavia, nel campo dell’analisi statistica, i limiti della GenAI emergono, soprattutto nella comprensione e nella validazione dei dati.
La GenAI permette ai consulenti di espandere le proprie capacità rapidamente, migliorando anche la velocità di esecuzione. Tuttavia, questo non si traduce automaticamente in una maggiore comprensione dei concetti sottostanti, evidenziando il fatto che “fare” con la GenAI non equivale a “imparare”.
Nel compito di analisi predittiva, l’AI ha faticato a raggiungere le prestazioni dei data scientist, mostrando la necessità di interventi umani per evitare errori significativi. Inoltre, il brainstorming supportato dalla GenAI ha dimostrato di essere un valido aiuto per identificare tecniche di risoluzione dei problemi, migliorando le capacità decisionali dei partecipanti.
Nonostante i vantaggi in termini di produttività, la ricerca mostra che la GenAI funge da “esoscheletro” che potenzia le capacità, ma non educa direttamente l’utente. I risultati suggeriscono che i partecipanti, anche con un maggiore supporto dell’AI, non acquisiscono nuove competenze in modo passivo, ma necessitano di apprendimento intenzionale e ripetizione.
Il report sottolinea anche come l’esperienza pregressa sia fondamentale: coloro con una conoscenza preesistente del coding hanno ottenuto risultati migliori rispetto a chi non aveva familiarità con la programmazione, dimostrando che l’AI funziona meglio come strumento di supporto, piuttosto che di insegnamento.
Il report evidenzia il potenziale della GenAI nel migliorare le prestazioni nei compiti complessi, ma ne sottolinea anche i limiti, soprattutto nell’apprendimento autonomo. Le aziende devono considerare che, pur potenziando i dipendenti, la GenAI non sostituisce la formazione tradizionale. L’intelligenza artificiale si configura quindi come un supporto essenziale per migliorare la produttività, ma non come un sostituto dell’apprendimento continuo.
Disclaimer: questo post è stato generato con Zapier e il contributo dell’AI