Quando parliamo di Intelligenza Artificiale, specialmente quella generativa, ci imbattiamo spesso in accese discussioni di carattere etico. Non c’è dubbio che creare contenuti con la GenAI sollevi questioni etiche significative, e non possiamo, certo, liquidare il problema dicendo semplicemente che è solo uno strumento, né positivo né negativo. Tutto dipende dall’uso che ne facciamo.
Anche se questo è vero, una visione così riduttiva sarebbe molto superficiale.
È indubbio che la GenAI sia uno strumento, ma è anche uno dei più potenti mai creati dall’uomo. Pertanto, l’uso che se ne può fare ha enormi potenzialità, sia positive che negative.
Sommario
Un caso d’uso
Oggi vorrei condividere con voi un esperimento che ho condotto nei giorni scorsi, il quale mette in luce quanto sia sottile il confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è.
Tutti conosciamo il famoso discorso di Pericle agli Ateniesi del 431 a.C., un’orazione in onore dei caduti del primo anno della Guerra del Peloponneso. Ma la commemorazione è solo un pretesto: Pericle sfrutta l’occasione per esaltare la gloria del modello democratico ateniese. Il discorso culmina con l’elogio di Atene, definendola la “scuola della Grecia” e un modello per il mondo intero.
Questo discorso è considerato da molti storici e filosofi come la massima espressione degli ideali della democrazia greca. Tra i suoi ammiratori troviamo nomi illustri come More, Hegel, Kant, Nietzsche e Hume. Tuttavia, non mancano le voci critiche: Umberto Eco, ad esempio, sottolinea come usare i caduti in guerra per fini di propaganda politica possa risultare sospetto.
Indipendentemente dalle opinioni, è innegabile che il contenuto di questo discorso sia sorprendentemente attuale. Pensare che sia stato pronunciato duemilacinquecento anni fa è davvero impressionante.
Come creare contenuti con IA
Vi starete chiedendo cosa abbia a che fare Pericle con l’Intelligenza Artificiale. Lasciate che ve lo spieghi subito, entrando nel dettaglio dell’esperimento.
Per prima cosa ho usato Stable Diffusion, il noto software di text2image, per creare un’immagine di qualità fotografica del famoso oratore greco e, fin qui, nulla di eccezionale. Una volta che avevo a disposizione il primo piano di Pericle, l’ho caricato su D-ID come avatar. Gli ho dato come script da pronunciare il suo famoso discorso e, il risultato lo potete vedere qui sotto.
Per chi volesse approfondire, ho in programma un video in cui spiego nel dettaglio tutti gli strumenti utilizzati e il processo che ho seguito per creare il video precedente. Ci tengo a sottolineare che ho usato esclusivamente strumenti gratuiti, accessibili a chiunque. Anche il computer che ho impiegato è un comune portatile HP, con un processore AMD A4-9125 RADEON R3, 4 COMPUTE CORES 2C+2G a 2.30 GHz e 8GB di RAM.
Quello che voglio evidenziare ora è quanto sia diventato semplice per chiunque creare contenuti di livello professionale a costo zero. Le possibilità sono limitate solo dalla nostra immaginazione. Pensate, ad esempio, alle potenzialità nel campo della formazione.
Quando ero al liceo, la storia non mi appassionava particolarmente. Ma immaginate se oggi una lezione sulle guerre dei Romani in Gallia fosse tenuta direttamente da Giulio Cesare! O se potessimo ascoltare Galileo difendersi dalle accuse del Sant’Uffizio! O ancora, assistere a un’orazione di Cicerone di fronte al Senato Romano.
Appassionare gli studenti di storia non è più riservato solo a figure di spicco come Alessandro Barbero. Oggi, anche un semplice professore di scuola superiore ha a disposizione strumenti per creare un coinvolgimento impensabile fino a pochi anni fa.
Il lato oscuro della creazione di contenuti con AI
Adesso passiamo all’altro lato della medaglia. Con la stessa facilità con cui ho dato vita a Pericle, potrei prendere una foto di Donald Trump e fargli pronunciare un discorso accalorato dichiarando che “costruire un muro tra gli Stati Uniti e il Messico è una c…ta pazzesca“, per parafrasare il ragioniere più famoso d’Italia.
Qual è la differenza tra questi due esempi? Entrambi sarebbero dei video “fake”, creazioni artificiali di qualcosa che non esiste realmente. Tuttavia, c’è una distinzione fondamentale tra i due.
Nel primo caso, il falso è lecito perché è chiaro a chiunque che il filmato di Pericle sia un artefatto. Non esistevano riprese audio e video ai tempi di Pericle, quindi nessuno può credere che sia un filmato autentico. Inoltre, il messaggio che ho attribuito a Pericle è un discorso realmente pronunciato da lui e riconosciuto come tale dalla storia. Non sto inventando nuove parole per lui, ma semplicemente visualizzando un suo discorso autentico.
Nel secondo caso, se creassi un video di Donald Trump che dichiara qualcosa che non ha mai detto, come ad esempio criticare la costruzione del muro tra Stati Uniti e Messico, il falso sarebbe molto meno evidente, per quanto desiderabile. Le persone potrebbero facilmente credere che il video sia reale perché utilizza tecnologia contemporanea e riproduce una figura pubblica vivente. In questo caso, starei attribuendo a Trump parole che non gli appartengono, alterando la realtà in modo ingannevole e potenzialmente dannoso.
Dovrebbe esserci un obbligo di avvisare i lettori o gli spettatori quando un contenuto è sintetico o alterato, affinché sappiano che ciò che stanno vedendo o leggendo non è autentico. Tuttavia, dobbiamo chiederci: prestiamo davvero attenzione a questi avvisi?
Spesso, i disclaimer vengono ignorati o non letti con attenzione, proprio come gli avvisi sui pacchetti di sigarette che dichiarano “Nuoce gravemente alla salute”. Nonostante questi avvertimenti, molte persone continuano comunque a comprare e fumare sigarette. Allo stesso modo, anche se ci fossero avvisi chiari che indicano che un contenuto è artificiale, non è detto che tutti li notino o li prendano sul serio.
Questo solleva preoccupazioni significative riguardo alla disinformazione. Anche con avvisi obbligatori, c’è il rischio che il pubblico non li consideri, permettendo ai contenuti falsi di influenzare le opinioni e le decisioni delle persone.
Conclusioni
L’Intelligenza Artificiale generativa offre straordinarie opportunità ma anche sfide significative. Da un lato, possiamo creare contenuti educativi e coinvolgenti come mai prima d’ora, ri-portando in vita figure storiche per ispirare e informare. Dall’altro lato, il potenziale per la disinformazione e l’inganno è elevato, richiedendo un’attenta gestione e regolamentazione.
È fondamentale che sviluppatori, educatori e legislatori collaborino per stabilire linee guida chiare sull’uso etico della GenAI. Devono essere implementati sistemi di avviso trasparenti e accessibili, ma anche sviluppata una consapevolezza critica nel pubblico riguardo alla natura dei contenuti digitali: non dimentichiamoci che il pensiero critico è la prima arma che abbiamo a disposizione.
Il futuro della GenAI è nelle nostre mani, e tutti gli sforzi devono essere fatti affinché venga utilizzata per il bene comune, promuovendo la verità e l’educazione, e prestando la massima attenzione laddove ci possano essere inganni e manipolazioni. È una tecnologia potente, questo è certo, ma è nostra responsabilità garantirne un uso etico e consapevole.
Disclaimer: i contenuti multimediali inseriti in questo post sono stati creati con l’Intelligenza Artificiale.